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Momento Espírita
Curitiba, 29 de Março de 2024
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ícone Verso dove stiamo guardando?

Dicono che dobbiamo rimanere concentrati su quello che facciamo. In questi giorni di tante piattaforme digitali e reti sociali, é bene permettersi di cambiare direzione ogni tanto.

Viviamo cosí collegati ai telefonini e ai computer che, a volte, ci dimentichiamo di chi ci sta accanto.

Parliamo con chi é distante, ma dimentichiamo di guardare a chi é seduto proprio vicino a noi.

Rispondiamo ad ogni messaggio di WhatsApp, con celerità, ma non rispondiamo a chi ci é vicino e ci chiede se preferiamo pasta o insalata per pranzo.

Con le cuffie alle orecchie, ci alieniamo da quel che ci sta attorno.

Vediamo persone quasi essere investite attraversando la strada, parlando al telefonino, senza guardare il semaforo o ai lati.

Al supermercato, abbiamo visto una cassiera aspettare la prossima cliente avvicinarsi, Questa aveva gli occhi fissi sul telefonino.

Era cosí concentrata sui messaggi, che non ha sentito di essere stata chiamata più di una volta.

Quando finalmente, chi le stava dietro, le ha toccato il braccio, facendole segno che si avvicinasse alla cassa, si é arrabbiata.

Stiamo vivendo molto più il virtuale del reale. Pensiamo al riguardo. Usiamo l'apparato elettronico per le nostre lives, riunioni di lavoro e di svago. Adoriamo vederci e vedere gli altri sui piccoli schermi.

Sará che con identico ardore guardiamo a chi ci é vicino?

Uno scrittore narra che andò all'ospedale di maternità con un amico. Avvicinandosi al reparto neonatale vide un giovane tenendo in braccio un neonato, atteggiandosi a papá.

Parenti osservavano da dietro i vetri la scena felice. L'infermiera prese il neonato e lo mise nella culla più vicina al vetro, entusiasmando chi era li per vederlo.

Allora, una donna lanciò l'invito: Venite a vedere Giampiero qui. In sala d'attesa c'era un telone dove i neonati apparivano, in un'immagine fatta nel momento in cui arrivavano al reparto neonatale.

Tutti corsero a vedere il piccolo sul telone. Per vedere il neonato virtuale e lasciarono il neonato reale.

Dice lo scrittore che guardò il piccolo e gli disse: Ragazzo, sii benvenuto. Non é niente di personale. Ma qui in questo mondo, se non sei nei media, tu non esisti.

*   *   *

Riflettiamoci sopra. Viviamo dei tempi in cui si esige la distanza sociale, per una questione di preservare la propria e l'altrui vita.

La tecnologia ci ha aiutato a superare distanze, ad abbracciarci in maniera virtuale, a vedere e rivedere amici, colleghi di lavoro, attraverso finestrelle.

Ci siamo serviti delle reti sociali per mostrare cosa succede nella nostra intimità o dentro le nostre case.

Alcuni persino esagerano, filmando tutto, pubblicando tutto, come se il mondo intero avesse bisogno di sapere quello che gli accade.

Ci stiamo dimenticando che alcune azioni sono estremamente meravigliose per il fatto di essere uniche e particolari.

I primi passi di nostro figlio sono importanti per noi.

Anziché preoccuparci di filmarlo per pubblicarlo sulle reti sociali, stendiamogli le braccia e invitiamolo a venirci incontro.

Ricordiamoci di questo: il virtuale si sta dimostrando importante in questi giorni. Ma, giammai dovrà sostituire le nostre manifestazioni d'amore, d'affetto, d'amicizia.

Un abbraccio virtuale é semplicemente virtuale. Abbracciamo chi ci sta accanto.

Redazione del Momento Spirita, con descrizione di un fato
estratto dall'articolo
A arte de respirar sem ajuda de aparelhos,
di Marcio Vassallo, dalla rivista Vida Simples, del dicembre
del 2018, ed. Abril
Traduzione di Fabio Consoli
Il 18.8.2021.

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