aa
Momento Espírita
Curitiba, 05 de Maio de 2024
busca   
Nel titolo  |  Nel messaggio   
ícone Gli alberi amici

Tutto ebbe inizio quando quell'amante degli alberi contrattò un esperto per potare l'arancio.

L'albero era come un membro della famiglia. Aveva visto crescere i figli di Laertes e arrivare i suoi nipoti.

Gli uni e gli altri vi si erano arrampicati più di una volta per raccogliere i frutti, che erano sempre abbondanti.

Era anche stato dimora di alcuni uccelli che, nel tardo pomeriggio, facevano un gran chiasso, disputando  i posti più accoglienti tra i suoi rami.

Il professionista, indicato e raccomandato, si rivelò assolutamente inconsapevole del delicato compito. Tagliò un ramo dopo l'altro e lasciò spoglio il povero albero.

Laertes riuscì a salvare un ramo, un unico ramo, ordinando di fermare tutto quando si rese conto del disastro ecologico.

E quell'unico sopravvissuto alla furia distruttiva di chi si diceva buon potatore, rimase lì, solo, come una guglia ad indicare il cielo.

Passarono i mesi e, quando arrivò il momento giusto, l'albero compì la sua funzione. Prima vennero i fiori, poi i frutti.

Ce n'erano così tanti che il ramo si piegò sotto il peso fino ad appoggiarsi sulla pianta di caffè, lì accanto.

Anche la pianta di caffè, a sua volta, venne inondata da fiori bianchi, come se fosse stata colpita da una nevicata.

Quando arrivarono i suoi frutti,  rimase a sopportare entrambi i pesi: quello dei propri frutti e quello dei frutti dell'arancio.

Poi, vennero i tempi freddi. Provenendo da sud, una massa polare raggiunse la città. La temperatura scese a zero gradi.

Con il soffiare dei venti, la sensazione era di  meno tre gradi. Chi poté, protesse i fiori più delicati affinché non venissero bruciati, distrutti dall'ondata di freddo.

La notte si fece gelida, raggiungendo l'alba con temperature minime.

Quando la mattina si svegliò, un sottile strato di ghiaccio ricopriva i tetti, i campi, i giardini.

Il sole si presentò poco dopo. Arrivò bello, lucente, scaldando tutto con il tocco magico dei suoi raggi dorati.

Guardando quei minuscoli cristalli di ghiaccio che ricoprivano tutta l'erba, Laertes pensò alla pianta di caffè, così sensibile alle basse temperature.

Quale non fu la sua sorpresa nello scoprire che era illesa, in piedi. Il gelo non l'aveva nemmeno raggiunta.

Tutto perché il ramo dell'arancio, di cui aveva coraggiosamente sostenuto il peso, si era disteso come una tenda protettiva, impedendo al gelo di bruciarne foglie e frutti.

Lì stava lei sana e salva, ricevendo la gratitudine dal generoso ramo.

*   *   *

Spesso sentiamo dire che il bene fa bene a chi lo pratica.

Quasi sempre, non ne teniamo conto perché ci sembra irreale. Dopotutto, tanti si sforzano nel servire gli altri e non sono sempre gratificati dai buoni sentimenti di coloro a cui si sono dedicati.

Questo perché la perla preziosa della gratitudine non ha ancora trovato dimora nel cuore di certi uomini.

Tuttavia, la verità è indiscutibile. Presto o tardi, il bene raggiunge colui che semina benefici ovunque vada.

È una legge della vita che afferma che si raccoglie ciò che semina.

Per questo e per la soddisfazione di fare del bene, imitiamo gli alberi amici, aiutandoci a vicenda, senza mai dimenticare di spargere il delicato profumo della gratitudine ovunque andiamo.

Redazione del Momento Spirita, prendendo spunto
da un fatto narrato da Laercio Furlan
Traduzione di Fabio Consoli
Il 26.8.2022.

© Copyright - Momento Espírita - 2024 - Tutti i diritti riservati - Sull'Internet dal 28/03/1998 (in portoghese)