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Momento Espírita
Curitiba, 03 de Maio de 2024
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ícone Il sorriso della fede

Gli interventi operatori sui bambini piccoli lasciano tutti, ma soprattutto i genitori, con il cuore in mano.

Affidare la vita di una persona cara nelle mani di uno sconosciuto è uno dei compiti più dolorosi.

Un momento è lì con te, gioca, abbraccia, si diverte, senza sapere cosa lo aspetta più avanti. Subito dopo è su un lettino d'ospedale, privo di sensi - anestesia generale.

Forse è la prima lezione di distacco che la vita dà ai genitori...

E così accadde con quella bambina di tre anni. Arrivò in ospedale, giocherellona, alle sette del mattino, come se fosse una normale giornata di giochi.

Come la maggior parte dei bambini, non le piacevano molto le visite mediche in cui il dottore continuava a girarla su e giù, sottosopra, punzecchiando qui, misurando questo, misurando quell'altro.

Se pensasse da adulta, di certo si sarebbe chiesta: Come fanno questi dottori a trovarmi così tanti buchi dove mettere questi strani, gelidi strumenti?

Così, quando vide il suo pediatra, vestito di tutto punto, con indosso mascherina, cuffia, camice, capì che stava accadendo qualcosa di strano.

Si rannicchiò, guardò sua madre e rimase a fissarlo.

I genitori, che l'avevano preparata da qualche giorno, spiegandole cosa sarebbe successo, tornarono a dire, con parole semplici, che quello zio l'avrebbe aiutata a respirare meglio, a stare meno male.

Non mentirono, né  ingannarono la bambina, dicendo che non avrebbe sentito dolore. Conoscendo il post intervento, doloroso per i piccoli, le spiegarono che al suo risveglio sarebbero stati al suo fianco e che il dolore sarebbe passato.

Ed ecco la madre andarsene, portando in braccio la bimba fino al letto chirurgico dove sarebbe stata sedata. La paura sarebbe dovuta essere la sua reazione quando si fosse resa conto di trovarsi in un centro chirurgico.

Però lei sorprese tutti. Si sdraiò serenamente. Sul luogo c'erano altri professionisti e, quando le collocarono la maschera con il sedativo, alzò gli occhi, aprì un sorriso enorme e, poi, chiuse le palpebre.

Più tardi, l'anestesista residente, affascinato, andò dalla madre e le confidò: Che angioletto. Non ho mai ricevuto un sorriso così vero come quello...

Lei si fidava di loro. Si fidava dei suoi genitori. Ebbe fiducia.

*   *   *

Come va la nostra fiducia in Dio?

Consideriamo il Creatore come quel medico esperto che sa cosa sta facendo, a cui affidiamo le nostre vite?

A volte Lo comprendiamo allo stesso modo in cui una bambina di tre anni comprende il sapere di un professionista con decenni di esperienza: quasi niente.

E questo è perfettamente normale. Quella bambina crescerà e un giorno Lo comprenderà meglio.

Ma durante il tempo in cui lei non lo capisce, perché non lo conosce, ha i suoi genitori che le dicono: Puoi fidarti. Ha i suoi genitori per mostrarle la verità su ciò che accadrà, la verità adattata alla sua realtà.

Ed è quello che succede con noi, quello che succede con la vera religione, quella che ci collega al Creatore attraverso il sentimento e la ragione.

Il sorriso della fede è la certezza che tutto ciò che ci succede è per il nostro bene, che ci piaccia o no, che sia gradevole o meno.

La fede ci offre una visione più ampia dell'esistenza. Ci porta fuori dalla caverna e inizia a mostrarci la luce all'esterno.

Redazione del Momento Spirita
Traduzione di Fabio Consoli
Il 9.2.2023.

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