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Momento Espírita
Curitiba, 02 de Maio de 2024
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ícone Trasformando le pietre in pani

Si racconta che Fra Bartolomeo  dei Martiri viveva per servire. Era portoghese, della città di Braga.

Una volta, nella comunità dove offriva il suo lavoro, decisero di costruire una cattedrale monumentale. Un tempio di grandi proporzioni, che poteva ospitare delle moltitudini.

Per questo, i nobili si riunirono e decisero di contribuire, annualmente, con ingenti somme.

Cominciò la costruzione. Colonne e pareti furono erette, il soffitto fu raggiunto.

Fu allora che Fra Bartolomeo si rese conto che una crisi era arrivata nel paese, attingendo la gente. I meno favoriti lottavano contro la fame, la miseria e le malattie.

Come capo di quella comunità religiosa, aveva a sua disposizione tutto quel denaro raccolto, la cui amministrazione gli competeva. Soprattutto, ovviamente, per la costruzione della cattedrale.

Quell'anno, lasciò  la cattedrale ferma. Ha un tetto, pensò. Può aspettare.

I nobili, nel frattempo, continuarono a consegnare ingenti somme. Nel secondo anno, la costruzione continuò ferma. Così come nel terzo, nel quarto, nel quinto.

Dieci anni dopo, la cattedrale si trovava nella stessa situazione. Lontano dall'essere pronta.

Pur fidandosi di Fra Bartolomeo, i nobili si riunirono, organizzarono una commissione e sei di loro andarono a parlare con il Frate.

Amico di tutti, li ricevette fraternamente e li ascoltò. Alla fine, rispose:

Secondo la mia contabilità, ci sono più di duemila famiglie bisognose. Come padre spirituale di tutte loro, non posso permettere che i miei figli soffrano la fame. Tutto è stato speso per la nostra propria gente.

Uno di loro disse: Ma Frate, è giusto che lei aiuti queste creature. Potrebbe prelevare una piccola percentuale della somma che le consegniamo.

Il vecchio frate sospirò, scrollò le spalle, giunse le mani e rispose:

Voi signori mi fate una proposta molto curiosa. Guardate bene. Nel Vangelo si legge che Gesù fu invitato nel deserto a trasformare le pietre in pani.

Voi signori, invece, mi chiedete proprio il contrario: che io trasformi i pani in pietre.

*   *   *

Aveva ragione il pastore di quelle anime. La vita umana merita tutto il rispetto.

Quando si parla di diritto, il primo di ogni creatura è quello di vivere.

Pertanto, nutrire i corpi, provvedere ai bisogni primari dei fratelli non è carità, ma dovere del fratello verso il fratello.

*   *   *

Tutto l'insegnamento di Gesù si può riassumere nella carità e nell'umiltà, cioè nelle due virtù contrarie all'egoismo e alla superbia.

Per quel che riguarda la carità, il Maestro di Nazaré non si limita a raccomandarla. La pone chiaramente come condizione assoluta per la felicità:

Venite, benedetti del Padre mio, e ricevete l'eredità del regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.

Perché avevo fame e mi avete dato da mangiare. Avevo sete e mi avete dato da bere. Ero forestiero e mi avete ospitato.

Ero nudo, e mi avete vestito. Ero malato, e mi avete visitato. Ero in carcere, e siete venuti a trovarmi.

In verità vi dico che quando lo avete fatto ad uno di questi miei fratelli più piccoli, l' avete fatto a me.

E sintetizzando la lezione,  raccomandò: Amatevi gli uni gli altri. Fate il bene senza ostentazione. Fate agli altri quello che vorreste fosse fatto a voi.

 Redazione del Momento Spirita, con trascrizione del
Vangelo secondo Matteo, cap. 25, versetti 34-36 e 40.
Traduzione di Fabio Consoli
Il 28.4.2023.

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