Per quei bambini il Natale era una data un po' triste. La casa era povera, con solo poche suppellettili per la cucina, un vecchio divano, un televisore.
Sapevano che il Natale stava arrivando dalle infinite pubblicità televisive che invitavano a comprare tanti, tanti giocattoli, regali meravigliosamente incartati, bellissime scatole. E c'erano sempre delle novità che riempivano loro gli occhi.
Inoltre le soap opera, i film, i cartoni animati per bambini, tutto menzionava il Natale. E c'era la cena con tanto cibo, dolci, pane, bibite, succhi.
Tutto ciò faceva venire l'acquolina in bocca, ma era molto lontano dalla loro realtà. Lo stipendio di loro padre copriva appena le necessità, niente di più. Nessun regalo poteva nemmeno essere pensato, sognato. Nessuno, per più piccolo che fosse.
C'era però qualcosa di speciale nella notte di Natale. La mamma, che preparava sempre il piatto per ognuno di loro, per dividere tutto equamente, in quella cena disegnava con il cibo un cuore.
Metteva il riso al centro del piatto e lo separava con le dita verso il bordo, fino a formare un cuore vuoto al centro.
Poi riempiva il disegno con un mestolo di fagioli e se c'era qualcosa in più, magari della carne, la metteva di lato, per non rovinare il disegno.
Tutti si riunivano attorno al tavolo e pregavano ripetendo le parole della madre: Gesù, sono felice che Tu sia arrivato!
E si raccoglievano nella Notte Santa, pensando a quel Gesù che era nato in una stalla, Luce del mondo, Re della vita.
Più recentemente, la madre di famiglia aveva partecipato a laboratori di cucito e di culinaria.
E la vita della famiglia era migliorata. Cucire e cucinare iniziarono a dare i loro frutti quasi immediatamente. Il panorama era cambiato.
Così, l'ultimo Natale, anche senza albero addobbato con palline colorate e candele, senza confezioni regalo, successe qualcosa di molto speciale.
Il padre fece un grande cartello e lo pose davanti alla casa, con la scritta: Sono contento che tu sia arrivato!
In cucina c'era molto movimento. Sembrava si stesse cucinando per un battaglione. E, interpellata dai figli, la madre chiarì:
Miei cari, Gesù viene a cena oggi. Tuo padre ed io Lo abbiamo invitato personalmente. Verrà affamato e assetato. Dobbiamo essere preparati.
Al calare della notte, Gesù arrivò, vestito di abiti semplici, con la barba, senza barba. E i bambini scoprirono che Gesù era nero. Era bianco. Era un uomo. Era un bambino. Era una donna.
E ognuno riceveva quel piatto con un cuore di riso, pieno di fagioli. E sorrideva. E se ne deliziava.
Alcuni, nel sorridere, davanti al pasto caldo, mostravano la bocca con pochi denti.
Adesso capisco perché la mamma ha preparato del cibo che non si deve masticare così tanto. - Pensò la più piccola.
Poco prima di mezzanotte la famiglia si riunì per ringraziare. La preghiera si elevò in coro: Gesù, sono felice che Tu sia arrivato!
E la gioia del vero Natale illuminò tutti i cuori. La casa sembrava un palazzo fatto di luce.
Chiunque avesse un po' di sensibilità per percepire ciò che accadeva oltre la materia, poteva sentire il canto celeste ripetersi: Gloria a Dio nell'alto dei cieli. Pace sulla Terra verso gli uomini oggetto della Sua benevolenza.
Redazione del Momento Spirita, prendendo spunto dall'articolo
Que bom que você chegou, di Ana Guimarães, dalla Revista
Cultura Espirita, di dicembre 2016.
Traduzione di Fabio Consoli
Il 2.12.2024.