L'orologio dell'eternità aveva appena iniziato a muoversi, scandendo il tempo del nuovo pianeta.
Era un luogo primitivo. Sembrava un immenso laboratorio sperimentale, in cui si esibivano piante e animali.
In questo immenso giardino di delizie e sorprese, dove quasi tutto doveva ancora essere scoperto dall'abitante più illustre, l'essere umano, i venti spazzavano l'atmosfera, come in una pre-prova di una sinfonia.
Nelle vicinanze della crosta terrestre, il Governatore Planetario accoglieva migliaia di anime, che dovevano incarnarsi e reincarnarsi, nel corso dei secoli.
Venivano con l'intenzione di migliorare le proprie carenze morali, così come di aiutare il progresso del pianeta che era alla ricerca di un destino più grande.
Alcuni si mostravano rattristati, altri preoccupati per ciò che avrebbero dovuto realizzare nella nuova casa.
Fu allora che Gesù, il Dolce Pastore, parlò loro dell'amore e della giustizia del Padre, che non abbandona nessuno dei Suoi figli. Mostrò loro l'immenso lavoro che avrebbero avuto, proprio come gli immigrati in una nuova terra senza istruzione.
Raccontò loro i meriti e gli allori che sarebbero stati loro concessi. Ma, più di ogni altra cosa, confortò i loro animi, affermando che un giorno sarebbe venuto a stare con loro.
Per questo, nella Storia delle civiltà più antiche, si ritrovano profezie, leggende e presagi che parlano di un Re che avrebbe abbandonato le stelle e sarebbe venuto ad abitare tra gli uomini.
Indicano un Essere speciale, luminoso, che sarebbe venuto da un luogo lontano, per amarli.
Il popolo d'Israele parlò di un Messia, cantato e indicato dagli antichi profeti con versi pieni di speranza.
Dopo secoli, Lui venne. Annunciato da una stella, attirò l'attenzione degli studiosi di magia residenti in varie parti dell'Oriente.
Loro, che setacciavano le mappe dello zodiaco, che lavoravano duramente per comprendere gli appunti degli antenati, aspettavano.
Quando videro la stella, prepararono le carovane e si diressero sul posto. Incontrarono un bimbo, una madre, un padre. Gli portarono dei doni e, come dice il Vangelo di Matteo, entrarono nella casa e Lo adorarono.
Il Re dei re, nostro Signore Gesù Cristo, ebbe molti Spiriti che si riunirono per annunciarLo, formando quello splendore straordinario, simile ad una stella, percepibile solo da chi aveva occhi per vedere.
Nei campi di Betlemme i pastori furono visitati da un messaggero che annunciò loro che veniva a portare una notizia di grande gioia. Il Re solare era venuto per stare con i Suoi.
Aveva preso un corpo di carne e, piccolo, avvolto in panni, in una grotta, si trovava protetto dalla tenerezza di una donna e dalla forza di un uomo. I Suoi genitori.
Si udì un coro celeste. Gloria a Dio nell'alto dei cieli, pace sulla Terra verso gli uomini oggetto della Sua benevolenza.
Il Pastore era venuto per le Sue pecore. La notte era speciale. La Terra non sarebbe stata abitata mai più da Qualcuno così grande, il Suo Governatore.
La notte di Betlemme, della stella, dei pastori, del canto celeste si ripete ogni anno.
È Natale. Apriamo gli occhi e le orecchie. Concediamoci il privilegio di vedere la stella dell'amore, ascoltiamo il canto della speranza. Ricordiamo l'Eccellente Evento. Preghiamo. Amiamo.
Redazione del Momento Spirita, con citazione dal
cap. 2, versetto 11 dal Vangelo secondo Matteo.
Traduzione di Fabio Consoli
Il 14.3.2025