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Momento Espírita
Curitiba, 09 de Maio de 2025
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ícone Che Dio abbiamo

Senza dubbio, il Dio che abbiamo è solo quello che si adatta a noi.

Quando mi rendo piccolo e meschino, Dio è solo un servo dei miei desideri e dei miei capricci.

Quando mi percepisco come assoluto, superbo, Dio è un'illusione.

Ma quando mi sento una creatura e mi permetto di amare me stesso e il mio prossimo, Dio è la fonte amorevole che ci nutre ogni santo giorno.

*

I versi della poesia riflettono sulla figura divina, concludendo, in sintesi: il Dio che abbiamo è solo quello che si adatta a noi.

Questo spiega la visione di Dio che l'umanità ha costruito nel tempo. Spiega il Dio antropomorfo. Spiega il Dio vendicativo, con preferenze per questo o quel popolo, il Dio che ha benedetto le spade che avrebbero massacrato altri esseri umani, anche suoi figli.

Era un Dio creato a immagine e somiglianza dell'uomo. Il Dio che s'inquadrava nella comprensione umana fino a quel momento storico.

Questo spiega la rottura con Dio a un certo stadio del pensiero critico. Rompere con questo Dio così simile all'anima umana, così crudele e indifferente.

Un Dio capriccioso, che agiva secondo le Sue passioni.

Spiega i numerosi tentativi di vedere Dio come la natura stessa, la causa di tutte le cose, ma che era anche tutte le cose.

Non era un Dio a cui importava del destino e delle azioni degli esseri umani.

Un Dio lontano in un cielo irraggiungibile. Ignaro della sofferenza degli esseri da Lui creati, delle difficoltà di un pianeta in subbuglio di sentimenti.

Spiega anche il motivo per cui ci sono molti cosiddetti atei, coloro che hanno rotto con questa idea distorta di Dio, costruita nel corso dei secoli.

Così, quando ci sentivamo perduti, ci è apparso un riferimento sicuro, una luce, un faro nell'oceano.

Il Pastore è venuto per le Sue pecore. E ci ha parlato di un Dio incomparabile.

L'idea centrale è nel termine che il Maestro ha usato nella preghiera del Signore. Lui chiama Dio come Padre.

Lui utilizza questa strettissima relazione familiare, evoca la paternità, per cominciare a spiegarci Dio.

Un Padre nostro.

Il Dio che veste l'erba del campo e fornisce cibo agli uccelli. Creatore di tutto.

E ci ha insegnato ad avere fiducia in questo Padre d'amore e bontà:

Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele chiedono!

Abbiamo un Padre che dona cose buone ai Suoi figli, che agisce verso di noi con gentilezza e che risponde alle nostre preghiere.

Naturalmente, niente richieste frivole, niente mera soddisfazione di piaceri o interessi personali, ma richieste vere, quando preghiamo per il bene dell'anima e per le necessità del corpo.

Quando ci sentiamo fragili e preghiamo per avere forza. Quando vogliamo sentirci confortati: nostro Padre.

Quindi, completando i versetti iniziali, possiamo dire che non solo abbiamo il Dio che si adatta a noi, ma molto di più, abbiamo il Dio di cui abbiamo bisogno, che ci nutre, che ci sostiene.

Vediamo, percepiamo questo Dio che si adatta alle dimensioni della nostra comprensione. E da Lui riceviamo molto di più di quanto possiamo immaginare.

E il nostro desiderio è di crescere nella comprensione, così da poterlo percepire di più, comprenderLo meglio e lasciarLo entrare dentro di noi.

Redazione del Momento Spirita, prendendo spunto dal lavoro
 
A paixão segundo G. H., di Clarice Lispector, ed. Rocco,
 e dalla poesia
Só temos de Deus, di Andrey Cechelero.
Traduzione di Fabio Consoli
Il 8.5.2025

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